Raccontare un luogo – anche il più piccolo – non è mai un gesto neutro. Richiede delicatezza, rispetto, autenticità. Serve un occhio capace di cogliere l’unicità nelle pieghe nascoste del quotidiano.
Quando le immagini riescono a fermare un’emozione, a custodire una memoria, a narrare ciò che le parole non osano dire, allora diventano un patrimonio condiviso.
E’ per questa esigenza di sensibilità che il Comune di Cosseria ha chiesto a una fotografa professionista, oggi valorizzata a livello internazionale, di dedicare parte del suo talento al territorio, animata da un forte legame personale con il paese dove ha vissuto a lungo e dove risiede ancora la sua famiglia, riconoscendo in questo ambiente un punto di riferimento affettivo nel proprio percorso umano e professionale.
Con una carriera che l’ha portata a viaggiare in ogni angolo del pianeta — dai deserti ai ghiacciai, dalle grandi metropoli ai villaggi remoti -, Chiara Salvadori è una professionista affermata nel campo della fotografia documentaria e del reportage di viaggio, autrice di servizi pubblicati da testate come National Geographic, The Times, Lonely Planet, Dove, Cosmopolitan, collaboratrice di Getty Images e Sime Photo, attraverso uno sguardo sempre sensibile e attento.
Cosseria non è al centro del mondo. Non ha skyline, non ha templi millenari, non ha fiumi sacri. Ha però qualcosa che nessun altro luogo può restituire: l’appartenenza.
È un piccolo nodo affettivo che, per chi ha imparato a osservare il mondo attraverso l’obiettivo, diventa una sorgente inesauribile di significati. Ed è proprio questo che il Comune ha intuito nel proporre a lei una collaborazione gratuita, fondata su un legame emotivo e culturale prima ancora che professionale.
Perché anche una collina ligure, un sentiero in ombra, un volto anziano affacciato alla finestra hanno un valore universale, se osservati con il giusto sguardo. È in questo equilibrio che si inserisce il dialogo profondo tra la sua esperienza globale e il suo radicamento locale. Un dialogo fatto di ascolto, di memoria, di rispetto.
Portare in Valbormida una narrazione visiva capace di rivaleggiare, in qualità e sensibilità, con quella dei più grandi reportage internazionali, non significa esagerare l'importanza del luogo, ma restituirgli dignità. Significa dire che anche qui ci sono storie che meritano di essere raccontate. Non perché straordinarie, ma perché vere.
E in questo, Chiara è maestra: sa che ogni foto è prima di tutto un incontro.
Tra chi guarda e chi è guardato, tra chi parte e chi resta.
E se un tempo questo borgo poteva essere solo una tappa della vita, ora è diventato un crocevia tra passato e presente, tra mondo e radici.
Questa collaborazione non è un ritorno a casa. È, piuttosto, un andare avanti con ciò che si è diventati, riportando a casa — in immagini — la vastità del mondo, per restituirla a un territorio che sa riconoscere il valore delle cose fatte con amore.
Perché, alla fine, Cosseria non è il centro del mondo. Ma può diventare il centro di uno sguardo. E quello sguardo, oggi, è più vasto e profondo che mai.